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20 settembre 2011

14 agosto 2011 - Ilha do Moçambique (e Ilha de Goa) - Drammaticamente bella

Sabbia bianca, faro, acqua trasparente. E al ritorno Sara, la nostra cuoca preferita. Questo posto ci mancherà. Anzi, già ci manca.
Anche se mi dico che è la solita storia. Il municipio è una meraviglia. La stazione di polizia la stanno risistemando. Europei, forse americani, forse sudafricani, mi pare persino un australiano, comprano splendide rovine coloniali e le fanno ristrutturare. I locali vengono espulsi dalle loro case appena è necessario. Dal punto di vista del business, naturalmente.
Di fronte al Patio dos Quintalinhos, di fianco alla moschea principale, è pieno di baracche sulla spiaggia. Uno dei pochi posti veramente zozzi che abbiamo visto in Mozambico. Attorno all’Ilha meglio non fare il bagno: tutti i rifiuti finiscono in mare. E in mare, naturalmente, si fa la cacca. Risultato: davanti a casa di Gabriele, là, dove tanta gente vive, il mare è una fogna.
L’Unesco è arrivato (Ilha fa parte del Patrimonio Mondiale dell'Umanità fin dal 1991), ma, dice Gabriele, tutti sono convinti che distribuisca fondi, in realtà fa il contrario: cerca finanziamenti. E finora, sostiene, l’Unesco a Ilha non ha fatto nulla. Eppure è evidente: invece di cacciare la popolazione, di cancellare l’anima dell’antica capitale e di trasformare Ilha do Moçambique in una cartolina colorata, bisognerebbe ristrutturare l’ospedale. È impressionante quanto sia fatiscente. Dall’esterno persino la prigione locale sembra versare in condizioni migliori. Ed è anche sconvolgente metterlo a confronto con la chiesa che sta lì accanto: come tutte le chiese dell’isola, ha l’aria smagliante di calce candida. Chissà se a raccogliere fondi per sistemare l’ospedale si può trovare qualcuno che garantisca che vengano effettivamente usati per quello.
Ilha è bella in maniera drammatica, del resto. Ma c’è almeno una cosa che ride sempre sull’isola: lo sguardo di Sara, la signora che cucina danzando. Gli occhi della meglio cuoca del Mozambico sono bellissimi. E brillano di luce propria.
Poi ci sono gli splendidi figli di Gabriele. E Gabriele stesso.
Such a nice place.



(nella foto: vista dal faro dell'isola di Goa)

19 settembre 2011

12-13 agosto 2011 - Ilha do Moçambique-Chocas e ritorno - Traghetto per il paradiso

Simone è un genio e Gabriele un angelo. O magari un arcangelo. Se non altro ha occhi celestiali. Comunque: Simone, nel viaggio aereo che ci ha portato a Nampula da Pemba, ha scovato una spiaggia bianchissima proprio di fronte all’Ilha do Moçambique, Chocas. E Gabriele ci prenota un bungalow e ci organizza il trasporto.
Partiamo con Husseini e Raimundo: due maghi della vela. Tendono, spostano e arrotolano quella tela rappezzata con una agilità e una maestria di cui non sarei mai capace. E il guscio di noce scivola silenzioso e leggero su un mare color smeraldo alla volta dell’Ilha do Seite Pals (nella foto). Sono attimi perfetti. Concentrati di felicità tali da rendere la mia prosa melensa.
Al primo attracco ci attende un banco di sabbia o, piuttosto, una lingua bianchissima, immersa in un’acqua trasparente. E sulla spiaggia ci aspetta pure una grande stella marina. Tutto è semplicemente magnifico.
Ma i superlativi non sono finiti. Ripartiamo e, dopo diverse manovre di aggiramento, raggiungiamo Chocas e i bungalow del Carrusca Mar e Sol. Forse Gabriele è davvero un arcangelo: grazie a lui siamo stati traghettati in paradiso.
Carlito, il terrore delle stelle marine, ha appena tirato fuori dall’acqua una meraviglia con le estremità rosso ceralacca. Bizzarramente ha quattro gambe, magari abbiamo scoperto una nuova specie, chissà.
Visto che Chocas ci vizia all’esagerazione questa sera, per noi, la luna è quasi piena. E siamo così entusiasti che l’indomani ci svegliamo all’alba per vedere il sole sorgere dal mare.
Infine, on the way back: tramonto con muezzin in stereo dalla terrazza di Gabriele al Patio.

18 settembre 2011

11 agosto 2011 - Ilha do Moçambique - Siamo ormai stregati

E sì, ci piace qui. L'antica capitale del Mozambico (lo è stata fino al 1898) è magica, Gabriele (il padrone del Patio dos Quintalinhos, vedere sotto) fantastico e Sara, la cuoca del chioschetto dove abbiamo pranzato in questi due giorni, la seconda migliore chef del Mozambico dopo Stéphane di Ibo, è un portento e l’anno scorso ha partecipato a “Terra Madre” a Torino (se cliccate sappiate che la foto non le rende giustizia. Sara è bellissima. In inglese, senza foto di Sara, qui).
Qui la vacanza ha un autentico sapore di vacanza. Qui ci si ferma volentieri.
Gabriele, milanese, architetto, gestore di bed&breakfast, padre di quattro figli e chissà che altro, è del resto fermo qui da 11 anni.
Si sta proprio bene.
La sera, a cena, siamo in undici (che sia il numero magico dell’isola?): oltre ai soliti noti Simone, Markus, Valérie, Philippe e Alex, ci sono Antonio, Lorena e pure altri due francesi che avevamo incrociato a Pemba e che hanno una scuola di immersione a Zanzibar, Muriel e Jean-Marc. Il gruppo vacanze Piemonte è al completo e io, qui e ora alle 20.30, proprio come alle 13.40 oggi da Sara, sono felice.

17 settembre 2011

10 agosto 2011 - Pemba-Nampula-Ilha do Moçambique - Magie

Nampula non varrà granché (che poi non ne ho idea, perché non ci fermiamo neppure un secondo in città), ma tutt’attorno è una meraviglia di pani di zucchero uno dopo l’altro. Anche solo guardarli dal finestrino dell’auto è un piacere.
A Ilha do Moçambique la casa di Gabriele, Patio dos Quintalinhos (nella foto), che poi è la sua ex casa, incredibilmente (tutti, a cominciare dalle ragazze del Kaskazini, ci avevano scoraggiato: “mmmmh, difficile che troviate posto”) ci accoglie. E a cena, altrettanto se non più inaspettatamente, ritroviamo Alex, che credevamo perso sulla via del lago Niassa (e becchiamo altri due italiani: Antonio e Lorena). La sera, rientrando, la luna, quasi piena, rende questa sgarrupata e bellissima città coloniale davvero magica.
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