Il titolo l'ho rubato a David Grossman. Più precisamente a "Follia". Avrei potuto dire che era un omaggio o una citazione, ma cosa diavolo può fregargliene a David Grossman di essere citato da me? Così gliel'ho rubato ma lo ringrazio comunque: è perfetto per i miei deliri da viaggio (ma è meglio se li leggete dal basso in alto)
06 settembre 2006
Quinto giorno
Ultima mattinata. Con escursione all’isola Lobos dove facciamo una camminata e incontriamo un mucchio di sule piediazzurri (pare siano gli uccelli più noti delle isole e hanno straordinarie zampe color cielo intenso), che si corteggiano e covano le uova. Sembra quasi che noi quindici non abbiamo mai visto un uovo, vista la quantità di foto che riusciamo a scattare a questi nidi nel bel mezzo del sentiero.
In ogni modo: al termine del giro si arriva a una spiaggetta microscopica, che a volte c’è e a volte non c’è, con la sabbia bianca e l’acqua trasparente. Naturalmente, proprio per questo, vista la fortuna che ci perseguita, non c’è nulla da vedere, ma, spingendoci dove il mare si fa più torbido, Carlito e io riusciamo a scorgere una manta sotto la sabbia.
Dulcis in principio, comunque: il meglio della giornata, infatti, ce lo siamo presi subito. Roberta è venuta a chiamarci poco prima dell’alba per farci vedere il sorgere del sole (una rarità alle Galapagos in questa stagione, visto che, di norma, il cielo al mattino è sempre stato coperto) e le tartarughe marine che nuotavano proprio vicino al Darwin. Un’autentica emozione: sembra che volino nel mare con quelle loro zampe-ali. Ce n’erano di grandissime e qua e là, ogni tanto, spuntava un capino. Il migliore addio alle isole che potessimo avere.
(nella foto: una sula delle Galapagos, www.travel-pictures-gallery.com)
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