
Per gli hondureñi, viceversa, la domanda chiave sembra essere: che farne di tutti gli stranieri che vengono a rompere a Copan? Pelarli. Per entrare al sito archeologico e fare la totale (cioè anche la visita nei tunnel, due, che non meritano assolutamente la spesa, ma nessuno, neppure la Lonely Planet e la Rough Guide di cui siamo dotati, te lo dice, nonché quella al museo delle sculture, che, invece, non è male) abbiamo sborsato la bellezza di 37 dollari. Più o meno tre volte il prezzo del biglietto di ingresso al Louvre. Poco male: il sito, per quanto ampiamente restaurato, merita senz’altro il viaggio. La storia non ha prezzo, giusto?
I turisti hondureñi che seguono la nostra stessa guida, un po’ si vergognano. A loro sembra anormale che noi paghiamo così tanto. Per fortuna, loro, giustamente, hanno un prezzo tutto diverso (un decimo? meno? non riusciamo a saperlo con certezza). Altrimenti Copan sarebbe di fatto proibita a tutti i locali. Del resto fino a qualche tempo fa il prezzo ridotto valeva solo per gli hondureñi, poi hanno dovuto ricredersi ed estendere lo sconto a tutti i centramericani: il sito di Copan si era improvvisamente svuotato, bello e impossibile.
(nella foto: una delle sculture che provengono dai templi di Copan)
2 commenti:
pensa che a Pompei, se riesci a trovare gli scavi perché dei mattacchioni tolgono e spostano le indicazioni (io ho girato tre volte torre annunziata come un deficiente beccando anche un matrimonio, tre volte), i parcheggiatori ti si tuffano sul cofano, a volte ti dirottano verso una pizzeria, e, una volta pagato (la storia non ha prezzo, sono d'accordo), passato lo stupore di quanto sia bello e nuovo l'ingresso, comincia la conta delle bottiglie di coca cola dentro gli scavi. almeno però i parcheggiatori sono simpatici.
ultima notazione deficiente: la scultura (magnetica) sembra quella di un esibizionista ante litteram, alla faccia della storia e della poesia.
vado. ciao cara v. bonav.
:)
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