Nampula non varrà granché (che poi non ne ho idea, perché non ci fermiamo neppure un secondo in città), ma tutt’attorno è una meraviglia di pani di zucchero uno dopo l’altro. Anche solo guardarli dal finestrino dell’auto è un piacere.
A Ilha do Moçambique la casa di Gabriele, Patio dos Quintalinhos (nella foto), che poi è la sua ex casa, incredibilmente (tutti, a cominciare dalle ragazze del Kaskazini, ci avevano scoraggiato: “mmmmh, difficile che troviate posto”) ci accoglie. E a cena, altrettanto se non più inaspettatamente, ritroviamo Alex, che credevamo perso sulla via del lago Niassa (e becchiamo altri due italiani: Antonio e Lorena). La sera, rientrando, la luna, quasi piena, rende questa sgarrupata e bellissima città coloniale davvero magica.
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