
Mentre viaggio mi guardo attorno: dal primo giorno ho visto un sacco di manifesti dell’Une, un partito di centrosinistra con un programma quasi di destra, del Gana, il partito dell’attuale presidente che più di destra è raro, e, cosa ancor più spaventosa, una quantità di propaganda per i fascisti del partito di Otto Perez Molina, il Partido Patriota. Il sorriso di Rigoberta è assente. Lo scorgo solo tre volte in tutta la vacanza e sempre nei pressi di Guatemala City. Intanto continuo a leggere che la violenza politica cresce in Guatemala e il 16 agosto “Le Monde” scrive: “La campagna per le elezioni generali del 9 settembre è la più sanguinaria dal ritorno della democrazia nel 1985. Una quarantina di candidati e di militanti sono già stati assassinati”. Ahi, que pena. In bocca al lupo, señora Menchu e buona fortuna Guatemala.
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(nella foto: Rigoberta Menchu)
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