Siamo riusciti finalmente a prenotare il nostro Tibet Tour. Preciso identico a ogni altro Tibet Tour, solo un po’ più economico grazie all’assistente di mio cognato che ha lavorato a lungo nel turismo. Ho un po’ fifa, manco a dirlo abbiamo lasciato i sacchi a pelo a Parigi e ieri ne abbiamo comprati di nuovi. Indispensabili, dicono tutti, visto dove dormiremo. Si ricomincia con la ricerca della doccia perduta, vedi “Mustang lento”, insomma.
Intanto stamane ulteriore déjà vu, reale, non sognato. Passeggiata allo stupa di Swoyambhu, pare il più antico stupa al mondo (ha più o meno 2500 anni). Festa di preghiere sventolanti e ministupa attorno al monumento maggiore e incongruenze asiatiche: gruppi di sedie di plastica tipo metropolitana di Parigi (ma rigorosamente color buddico arancione) in un praticello a fianco di una sorta di monastero. Che sia l’area di meditazione? Mah, ci si arriva attraversando un bel boschetto tranquillo sotto lo stupa principale.
Ce soir arriva la sorellina (almeno si spera). Non vedo l’ora.
(nella foto: ministupa e bandiere nel vento a Swoyambhu)
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