07 settembre 2006

A terra. Il giorno dopo


Se il tempo non fosse così contato avremmo potuto essere ancora su un’isola, magari a Santa Cruz, in cerca di Galapagos. Ma, bisogna ammetterlo, la “crocierina” è stata fantastica. A parte la mancanza di tartarughe. Abbiamo incontrato solo Pepe, cinquantenne in cattività nella missione di Puerto Baquerizo Moreno: è un maschio, rimasto a quanto pare unico membro della sua specie, trovato dai francescani quando si sono stabiliti sull’isola di San Cristòbal. Si paga un dollaro (o 5000 sucres) per vederlo: il costo del biglietto d’ingresso a un museo pieno di animali imbalsamati. Ancora più orribili, dopo che li si è visti vivi e vegeti.
In autobus, ormai diretti verso l’avenida dei vulcani, Daniele, Roberta, Pinocchietto e io veniamo assaliti da un atroce dubbio: non è che saremo gli unici quattro pirla al mondo a essere andati fin là e a non avere visto le Galapagos? Ai posteri.


(nella foto, presa su Google patoczka.net/Galapagos1/ images/: Pepe)

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