07 settembre 2007

5 agosto 2007 - Antigua-Flores-Tikal. Sulle tracce dei Maya

Cominciamo subito con un primo giro pomeridiano delle rovine, accompagnati da Neftali, un bravo figlio, meticcio di origine kekchi, un po’ furbetto, leggermente esoso e non particolarmente colto, ma, insomma, dopo aver visto il suo “palazzo” (la definizione è sua, faceva un ironico riferimento ai palazzi maya) a Uaxactun, penso che i suoi extradollari se li strameriti.
Il sito è molto bello, le rovine immerse nella giungla, con le scimmie-ragno, i tucani e i procioni che accompagnano la scoperta. Neftali ci mostra le cisterne costruite dai Maya che, a suo dire, avrebbero scelto di insediarsi in questa zona per l’abbondanza di pietre (da costruzione). Viceversa, l’acqua non c’è sempre e ci sono tre mesi di secco totale. Tuttavia il Petén, che è il più grande dipartimento di tutto il Guatemala (più esteso dell’intero Belize), ha l’aria più che fertile e ospita il biotopo maya protetto, che si estende a Tikal e dintorni per quasi due milioni di ettari.
L’unico neo di questo bel percorso indietro nel tempo e avanti nella natura è una conversazione che ci è sembrato di captare tra due tizi nel bar del parco: l’antica Ruta Maya sarebbe uno dei percorsi privilegiati del narcotraffico internazionale. Passerà anche di qui?

Nota a margine numero tre: ! A Tikal, giustamente, i cellulari non prendono (a parte che sulla cima della Piramide IV). Così imparate, Pinocchietto compreso, a portarveli in vacanza.


(nella foto: Tikal, piramide numero boh, la turista ha smarrito pure la memoria)

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