Margarita al tramonto dietro l’isola al centro del bellissimo lago di Petén Itza, sull’isola di Flores, incante- vole. Unico problema (ma, in fondo, marginale) il margarita è pessimo (dolce, per giunta, ma che è?). Ho l’impressione che Flores sia una destinazione privilegiata per le vacanze dei guatemaltechi, magari i chapin (termine che designa appunto i locali) amano il margarita dolce, quien sabe?
Attorno a me c’è una frenetica corsa a fare le foto usando il tramonto come sfondo: il movimento attorno a noi si moltiplica. Resta che, come ho scritto nella maggior parte delle cartoline appena compilate, lo spettacolo toglie il respiro: l’acqua è ormai diventata oro rosa e il verde degli alberi si fa più scuro istante dopo istante. Un miracolo che si ripete ogni giorno e che Pinocchietto e io abbiamo la fortuna di poter raccogliere insieme in questo qui e in questo ora.
Grazie a questa banalità del sublime (o sublimità del banale?) Flores mi rimarrà negli occhi per sempre. E poi c’è la gita in canoa a due di oggi pomeriggio e la decina di volte in cui abbiamo rischiato di ribaltarci. Ma ce l’abbiamo fatta: siamo una squadra fortissimi.
(nella foto: tramonto a Flores)
2 commenti:
lo sapevo, sei una finta refrattaria alla poesia...
a parte questa insindacabile verità, vedi che di lettori ne hai (almeno) ben due, mario mica scherza.
ciao cara v. bonaventura.
c'è poesia e poesia (ma va', oggi sono la regina dei luoghi comuni, capita). ciao bonav. grazie
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