Il titolo l'ho rubato a David Grossman. Più precisamente a "Follia". Avrei potuto dire che era un omaggio o una citazione, ma cosa diavolo può fregargliene a David Grossman di essere citato da me? Così gliel'ho rubato ma lo ringrazio comunque: è perfetto per i miei deliri da viaggio (ma è meglio se li leggete dal basso in alto)
25 settembre 2007
Tamagaon, 8 agosto 2000
Il terzo giorno. È una specie di mistica del trekking: il terzo giorno è il peggiore. Lo dice la cartina, perché è l’unico giorno in cui dobbiamo sormontare quattro passi, in un saliscendi che così penoso non è ancora stato. Lo ripete Roberta, l’advertiser, perché è il giorno in cui le gambe cominciano a cedere. E, soprattutto, perché, da ieri sera, ha una febbre da cavallo ed è allergica alle medicine (e, per coronare il tutto, a meno di una settimana dal rientro dal Nepal è finita in ospedale con la salmonella tifoidea. Indovina come e dove l’ha presa?). Lo conferma Francesca, alla quale sono appena arrivate le mestruazioni e, mentre procede, soffre. In barba a tutte le mistiche, però, (e forse in barba anche al mestruo, che non ho capito se è arrivato o no) per me il terzo giorno è quello della rivelazione: in un punto imprecisato tra Chele e Tamagaon ho finalmente imparato a camminare. Anzi, il punto lo conosco, solo che non lo so individuare sulla mappa: sarà a mezz’ora al massimo da Chele, quando comincia quella che, in simili frangenti, sembra un’autostrada di sassi. Lì, come illuminata sulla via di Tamagaon, ho cominciato a seguire il ritmo del mio respiro e il fiatone è sparito insieme alla fatica. Mi sono sentita straordinariamente felice e in pace con il mondo. Ho persino incontrato un francese che mi ha trovata “radieuse”. E ho camminato come mai m’era accaduto prima. In stato di grazia e di incoscienza. Così profondo che quando, al ritorno, siamo ripassati per alcuni tratti del medesimo percorso non ci potevo credere: come diavolo avevo potuto arrampicarmi per quelle pietraie ripide e infide?
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5 commenti:
oh, giusto cielo! sarai mica tu la fanciulla in foto? ti credevo bionda, forse complice la fotina col tuo nick. comunque, a parte questi marginalia, il ritmo del respiro fa questi ed altri miracoli, cara. baci. bonav.
giusto cielo, certo che sono io: sette anni fa. ma in quale fotina mi hai visto bionda? sono mora e sempre lo sono stata (anzi, per lungo tempo, mi sono sentita, citando lella costa, "castana dentro")
certo, non platinata, ma ad (unico) es. la fotina che dal blog Virginie? linka a questo post. dio che lessico orribile...baciuz.
bah, fossi in te andrei a controllare il daltonismo. sono mora, mora, mora. e me ne vanto
uffa, come sei pesante... guarda che io preferisco le more :) baci
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